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G.R.A.V. Gruppo di ricerca astrofili variabilisti.


I NOMI DELLE STELLE VARIABILI

I nomi delle stelle variabili consistono sostanzialmente in una o due lettere greche seguite dall'abbreviazione del nome della costellazione 8 (solitamente di tre lettere, vedi nomi delle costellazioni). Ci sono anche variabili che sono identificate con una nomenclatura tipo V746 Oph o V1668 Cyg. In questo caso erano esaurite tutte le combinazioni che le lettere potevano dare quindi si è passati ad un sistema alfanumerico. Ad esempio V745 Oph è la quattrocentoquarantacinquesima variabile scoperta nella costellazione dell'Ofiuco (per maggiori dettagli leggi sotto: Nomenclatura convenzionale delle stelle variabili).

Ci sono stelle che ottengono un nome temporaneo aspettando che ne sia dato uno ufficiale nel Catalogo delle Stelle Variabili (GCVS). E' l'esempio di N Cyg 1998 ovvero una nova scoperta nel Cigno nel 1998.

Quelle stelle, invece, che sono sospettate di essere delle variabili ma non hanno ancora ricevuto conferma vengono designate con nomi del tipo: NSV 251 o CSV 335. Le prime due lettere indicano il catalogo (ad esempio NSV= New Suspect Variable) mentre i numeri che seguono le lettere indicano la loro classificazione temporale.

Oltre alla sua designazione una stella variabile ha anche una classificazione dell'Harvard Designation. Questa catalogazione consiste nel riportare le coordinate AR e DEC della stella variabile.

Esempio: 2138+43 significa che questa stella variabile si trova alle coordinate AR: 21h 38m DEC:+43°

Può capitare che due stelle variabili abbiamo le medesime coordinate, allora si procede nell'aggiungere una lettera greca:

Esempio: 2138+43A, 2138+43B ecc..

 

NOMENCLATURA CONVENZIONALE DELLE STELLE VARIABILI

I nomi delle stelle variabili sono scelti da una commissione della I.A.U. (International Astronomical Union). Solitamente l'assegnazione del nome avviene per ordine di scoperta della stella variabile per ogni costellazione. Se la stella è già identificata da una lettera Greca, questa mantiene il suo nome originario. La prima variabile, invece, scoperta in una data costellazione (e che non possiede una lettera Greca) viene identificata con la lettera R seguita dall'abbreviazione della costellazione. La seconda con S, la terza con T e così via sino alla lettera Z. Oltre la Z si inizia con la denominazione RR poi RS e così fino a RZ. Quindi SS, STSZ. Arriviamo fino alla denominazione ZZ e poi si ricomincia con AA, AB fino a QZ (la lettera J è sempre omessa).

Questo sistema può catalogare sino a 334 stelle, ma esistono costellazioni che hanno anche qualche migliaio di stelle variabili. Si utilizza quindi un altro sistema che consiste nell'assegnare una V seguita da un numero. Ovviamente la numerazione partirà da 335. Quindi potremo avere V335 Ori, V336 Ori e così via.

 

questo sistema fu utilizzato la prima volta da Friedrich Argelander nel 1800. Scelse di iniziare con la lettera R per due motivi: le prime lettere dell'alfabeto erano già utilizzate per indicare altri oggetti celesti e le ultime lettere, invece, erano poco usate. Argelander credeva anche che le stelle variabili fossero un fenomeno raro nel cielo e determinò che ogni costellazione potesse contenere al massimo 9 variabili ( non è stato proprio il nostro caso!).


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