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G.R.A.V. Gruppo di ricerca astrofotometrico Valle dell'Agno.

 Queste pagine sono la traduzione della rubrica "Variable Star of the Month" edita dall'AAVSO.


R LEONIS

R Leonis è una delle stelle variabili più facili da osservare e per questo risulta essere anche la prediletta da molti osservatori dell'AAVSO. Con una variazione di magnitudine tra la 5.8 e la 10.0, questa stella è facile da seguire con qualsiasi telescopio. La sua notevole variazione luminosa e il suo periodo particolarmente lungo (312 giorni), la fanno entrare a pieno titolo tra le stelle del tipo Mira. Sin dalla sua scoperta avvenuta circa 200 anni or sono, R Leo è diventata una delle stelle più interessanti del suo genere.

Il fascino di questa stella inizia nell'anno della sua scoperta avvenuta da parte di J.A.Koch nel 1782 a Danzica. R Leo era la quinta variabile scoperta e la quarta del tipo Mira. Le altre già note erano: Omi Cet (Mira), chi Cyg e R Hydrae. In una lettera all'astronomo Bode, Koch scrive:

 

" Mi sono preso la libertà, signore, di scriverle per comunicarle alcune

osservazioni che ho fatto, in vari anni, della stella 420 del Catalogo

Stellare Zodiacale di Mayer (R Leo), che sembrano, per me, essere molto importanti.

Questa stella ha mostrato una consistente variazione luminosa della sua magnitudine

apparente. Nell'anno 1780 quando osservai la stella per la prima volta al telescopio,

la stimai di magnitudine 7. Poi divenne leggermente meno luminosa della stella vicina

Mayer 419 (19 Leo). Nel Febbraio del 1782 la stella appariva di sesta magnitudine

ed era visibile ad occhio nudo. Alla fine di Aprile del 1783 era di nona magnitudine

e all'inizio di Aprile del 1784 era di decima magnitudine…. (Merrill 1938)

 

Dal 1903 l'AAVSO ha raccolto più di 55.000 osservazioni di questa stella, alle quali hanno contribuito molti osservatori in giro per il mondo.

 

LA MIGLIORE AMICA DEGLI OSSERVATORI

Ogni osservatore di stelle variabili ha, indubbiamente, le sue stelle favorite e ognuno di loro potrebbe raccontare una speciale storia circa il primo incontro con questa. Una di queste storie è la famosa relazione tra la stella R Leonis e il noto astrofilo Leslie Peltier.

Peltier aveva 18 anni quando per la prima volta gli capitò di osservare R Leo. Peltier aveva da poco aquistato il suo primo telescopio (un 2" rifrattore d'ottone) e, come molti neofiti, sentiva la frustrazione di non riuscire a trovare le stelle variabili che vedeva indicate nelle cartine AAVSO. Tuttavia il 1° di Marzo del 1918, dopo parecchie serate di insuccessi, R Leo si rivelò al giovane astrofilo:

" Con mia grande sorpresa, circa un minuto dopo e qualche campo d'oculare a nord-est di omicron, trovai un triangolo di stelle con R Leo, la mia prima variabile, che forma un angolo proprio come riportato nelle mie carte" (Peltier 1999) .

Durante la sua prolifica carriera, la quale copre un periodo di circa 60 anni, egli scoprì una dozzina di comete, due novae e contribuì con più di 132.000 stime di stelle variabili all'AAVSO. Da quando iniziò l'osservazione del cielo a 18 anni sino a quando morì nel 1980, non passò mese che egli non mandasse misure di stelle varibili all'AAVSO di cui diventò anche membro onorario. Persino dall'ospedale in cui era ricoverato osservava il cielo e stimava le stelle col binocolo. Peltier aveva memorizzato tutte le cartine delle stelle variabile del programma AAVSO e spesso non scriveva la stima prima del giorno seguendo, pratica che comunque non è incoraggiata dall'AAVSO.

Peltier ricevette parecchie onorificenze durante la sua carriera come il Dottorato in Scienze ottenuto presso l'università Bowling Green State Universty nel 1947. A metà degli anni sessanta egli ebbe l'onore di dare il proprio nome ad una montagna, Mount Peltier, ove si trova il Ford Observatory dotato di uno strumento riflettore di 18 pollici. Chi conobbe Peltier lo descrive come una persona umile e molto timida che non amava parlare dei suoi successi e gli unici meeting che frequentava erano quelli indetti dall'AAVSO (Hurless 1980).

Un altro onore attribuito a Peltier, fu la fondazione de "The Leslie C. Peltier Award" che premia quegli astrofili che si sono distinti nei vari campi dell'osservazione astronomica. Sin dalla sua fondazione, nel 1980, molti membri dell'AAVSO sono stati insigniti di questo premio, tra cui la Direttrice Janet A. Mattei.

Durante tutta la vita Peltier non dimenticò mai la sua prima variabile: "…in Marzo, ad ogni notte serena, osservando R Leo richiamo alla mente il nostro primo incontro e la nostra prima stima" (Peltier 1999).

Nel libro pubblicato nel 1986, Leslie Peltier's Guide to the Stars: Exploring the Sky with binoculars" egli incoraggia tutti gli osservatori a stimare questa stella: " Questa variabile a lungo periodo può essere seguita, attraverso tutto il suo range di variabilità, con un binocolo. Il suo colore rossastro la fa distinguere dalle altre stelle di campo. Questa è la mia preferita anche perché tra le più facili da trovare"

 

DOVE INIZIARE?

Come attestato da Peltier e, successivamente confermato da altri osservatori, R Leo è una delle stelle variabili più facili da trovare. Grazie anche al suo range di magnitudine, questa stella può essere seguita con un binocolo, ma anche un piccolo telescopio da 2" potrà essere sufficiente.

R Leo si trova a circa 5° ad est di alfa Leo (Regulus) in direzione xi Leonis, appena sopra la stella omicron Leonis (Subra). Nelle vicinanze ci sono la stella 19 Leo, che si mostra come una stella bianca e 18 Leo che invece è una stella gialla. Il colore di R Leo è descritto come un "rosso scarlatto" che contrasta con le stelle nelle vicinanze. L'area della variabile è facile da ricordare, in quanto è denotata da un triangolo tra la stella variabile e le due stelle vicine di circa 9^ magnitudine.

R Leo, come tutte le stelle del tipo Mira, può essere stimata una volta la settimana e quando si riporta il tempo dell'osservazione basta annotare il primo decimo dopo la virgola (data Giuliana). Come per tutte le stelle rosse bisogna fare un po’ d'attenzione quando si stima la magnitudine in quanto se la osserviamo senza distrarre l'occhio sembra che questa aumenti la propria luminosità facendocela quindi sovrastimare. Si consiglia invece di osservare velocemente la stella variabile e le stelle di paragone onde evitare questo problema.

 

COSA SONO LE VARIABILI DEL TIPO MIRA?

Le variabili del tipo Mira sono stelle giganti rosse che prendono il nome dalla stella prototipo Mira Ceti (omicron Ceti). Questo tipo di stelle, si trovano nella parte alta del cosidetto Asymptotic Giant branch (AGB) del diagramma H-R assieme alle stelle variabili del tipo Semiregolari.

Paragonandole al Sole, esse hanno raggi molto grandi, maggior luminosità, più basse temperature e minor gravità superficiale. Come risultato della loro bassa gravità, queste stelle hanno la propria massa dispersa in un grande raggio quindi una densità bassissima.

Le stelle del tipo tendono ad essere di classe spettrale M, S e C, con periodi di variazione che vanno tra gli 80 e i 1000 giorni, per questo vengono definite stelle variabili a lungo periodo (LPVs).

La loro variazione luminosa è notevole nello spettro visibile (minimo di 2,5 magnitudini), mente nell'infrarosso variano di circa 1 magnitudine. La variazione della luminosità nelle stelle del tipo Mira sembra dovuta a pulsazioni. I massimi luminosi raggiunti da questo tipo di stella sembrano essere associati ad onde d'urto create all'interno della stella. (Willson 1987)

In accordo con Olofsson (1999) le stelle giganti rosse possono essere divise in due gruppi: "stelle piccole, con un nucleo molto caldo e una grande gravità superficiale e stelle enormi con un mantello molto più freddo con una gravità estremamente bassa". Le stelle del tipo Mira hanno solitamente una massa pari a quella solare e disperdono circa 1 milionesimo di massa solare all'anno. Questo fa si che la vita delle stelle tipo Mira sia di circa un milione di anni.

Alla fine della loro vita, queste stelle formano quei corpi chiamati nebulose planetarie, gusci di gas eccitato da una nana bianca centrale avente circa 0.6-0.7 masse solari. D'altronde la perdita di massa evita, a queste stelle, una fine drammatica in supernovae (Willson 1986).

 

SALVIAMO LE MIRA!

In un mondo dove "veloce è meglio", molti osservatori di stelle variabili preferiscono osservare le stelle del tipo cataclismatico, le quali hanno tempi d'evoluzione assai rapidi e notevoli cambiamenti di luminosità. Un'altra credenza è che le stelle del tipo Mira siano estremamente regolari e che quindi non vale la pena di perderci molto tempo. Nulla è più lontano dalla verità. La raccolta di dati su queste stelle hanno dimostrato che molte di esse possono avere cambiamenti di luminosità anche notevoli. Oltretutto queste stelle sono lasciate all'osservazione amatoriale perché i telescopi automatici, semplicemente, non possono rimanere per molto tempo ad osservarle. Tant'è vero che ben il 50% dei dati richiesti all'AAVSO dagli astronomi sono di curve di luce ottenute su stelle del tipo Mira.

Il GRAV promuove l'osservazione di stelle variabili del tipo Mira come si può vedere dai programmi proposti.

Il testo è di Kerry Malatesta, AAVSO technical Assistant

Traduzione: Ivo Peretto

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

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