- Canto notturno di un pastore errante dell' Asia ~~~ Giacomo Leopardi Se Manzoni interpreta del Romanticismo la tendenza realistica, che si manifesta nella invenzione di personaggi diversi dall'autore e nella rappresentazione delle masse, Leopardi rappresenta la tendenza intimistica, tutta volta a scrutare l'interiorità dell'individuo e a celebrarne i diritti. La sua partecipazione allo spirito romantico consiste soprattutto nel bisogno che egli sentì di concentrare il suo pensiero sul problema dei fini e del significato della vita umana. Leopardi si chiude in una desolata meditazione di fronte alla realtà che, secondo lui, annulla gli ideali,senza riuscire a trovare alcun superamento, sia esso di matrice religiosa o filosofica, al senso doloroso della vita. In Foscolo c'è l'insurrezione della vita contro la morte, in Manzoni il trionfo della giustizia divina sull'ingiustizia umana, in Leopardo invece ogni tentativo di ribellione è vano, perchè l'uomo è destinato a soccombere di fronte al suo destino di infelicità. Egli non fu filosofo nel vero senso della parola, in quanto non creò alcun sistema filosofico ; lo fu tuttavia nel senso che manifestò una tendenza costante a meditare sui più importanti problemi della vita e realtà. Carattere fondamentale del pensiero leopardiano fu la inclinazione al pessimismo . L'uomo di natura aspira alla felicità, nella quale dovrebbe identificarsi l'esistenza ,ma siccome tale desiderio tende ad un piacere eterno ed infinito, e quindi inattingibile, l'esistenza diventa infelicità. L'uomo infatti, che si illude di essere nato per il piacere, si accorge invece che la vita è un procedere inesorabile verso l'infelicità ed il dolore, dove il piacere "figlio d'affanno", è considerato la cessazione di qualsiasi dolore o disagio.La verità è per l'uomo irraggiungibile e l'universo è un mistero impenetrabile, di cui non conosce nè il principio nè il fine. La realtà è pura natura strettamente legata alla materia, la quale è soggetta ad un continuo moto meccanico. Le anime nobili sono le più infelici e l'uomo lo è più di tutte le altre creature; quando per lui la vita non è dolore, infatti, è noia. In un primo tempo egli pensa che la Natura, madre benigna creò l'uomo come creatura semplice, ignara e tuffata nelle sue illusioni. Ma l'uomo, sempre insoddisfatto, volle uscire dalla sua condizione originale ed usò la ragione per "elevarsi" ad un livello più alto e scoprire la dura verità : la vita è dolore. Il destino dell'uomo è quindi nell' opposizione tra la Natura, benigna verso gli uomini a cui vuole celare la verità e la Ragione, che va inesorabilmente verso l'orrido vero ( pessimismo storico ).Quando però Giacomo si chiede chi ha creato l'uomo con quel desiderio insaziabile di felicità e chi soprattutto l'ha fornito di ragione, non può che rispondere : la Natura, che non appare più benigna, ma perfida matrigna che illude l'uomo perchè più cocente sia la sua delusione al momento della scoperta della verità.Tutto è male ciò che Natura crea e l'infelicità, quindi, investe tute le creature ( pessimismo cosmico ) La morte diventa quindi l'unico mezzo liberatore dagli affanni terreni. ~~~ Canto notturno di un pastore errante dell' Asia Metro: sei strofe libere di endecasillabi e settenari variamente alternati; tutte le strofe presentano rime al mezzo (soprattutto la quarta) e si chiudono con la medesima rima in -ale. Il poeta usa un codice poetico lineare e significativamente semplice: in rapporto inverso con la semplicità riscontriamo la drammaticità della condizione dell'uomo che nulla sa del proprio destino. Solo alcune parole, come /cuna/, /calle/, /albòre/, ecc., sono tipiche del codice poetico. L'uso del linguaggio semplice ci porta più facilmente a cogliere la speranza del poeta di poter alleviare in qualche modo l'angoscia originata dalla propria limitata conoscenza e dalla noia Nel Canto Notturno Leopardi adombra se stesso e per mezzo del pastore manifesta il suo pensiero, che si può condensare nell'affermazione: tutto in questo mondo è solo vanità e miseria, dopo essere passati per i "Tre stati della gioventù" : 1. speranza, forse il più affannoso di tutti 2. disperazione furibonda e renitente 3. disperazione rassegnata
I temi principali sono : 1)
allegoria della vita umana Il concetto della poesia - scrisse il De Santis - è il motto di Saffo : "Arcano è tutto, Fuor chè il nostro dolor". Infatti il pastore rappresenta l' uomo d'ogni tempo di fronte al mistero dell'esistenza sua e dell'universo; l' idillio quindi è una meditazione sopra i principi della vita universale infatti il pessimismo che prima investiva la situazione personale del poeta e poi quella dell'umanità, qui comprende tutto l'universo. E' dunque il canto del dolore universale, della disperata angoscia dell'uomo sperduto nel cosmo ed incapace di spiegarsi la ragione dell'esistenza delle cose e del proprio dolore. Tema dell' idillio è quindi anche "l'eterno ed il caduco", il destino ed il fine degli esseri, il rapporto fra noi e l'universo. Il canto è divisibile in quattro momenti :
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