LORENZO
SCAROLA – AUTOBIOGRAFIA -
Lorenzo Scarola viene
come te da un’Amore Eterno, è nato nel tempo e nello spazio il 25 giugno 1960 ,
primogenito dell’agricoltore Giovanni e dalla coadiuvante casalinga Caterina.
All’età di due anni ripeteva, al suo Vescovo, i Dieci Comandamenti di Mosè.
Crescerà nel rigore, nel sacrificio ed in litigi con i parenti a causa della
piccola divisione ereditaria. I genitori dall’umile lavoro dei campi
acquisteranno con grandi sacrifici, e con la benedizione di Dio un palazzo. Questo
difficile obiettivo economico caratterizzerà un’infanzia aspra. Anche il rigido
carattere del padre concorrerà ad ottenergli fino all’adolescenza un carattere
incline al pessimismo ed alla introversione. Questa introversione e pessimismo
lo lasceranno grazie ad un amico di scuola superiore che egli avvicinò al fine
di aiutarlo ad uscire dalla droga. Ascoltava dal nonno Lorenzo tutte le imprese
eroiche compiute dai suoi antenati, risalendo così fino ai primi anni del 1500.
Tutti i suoi antenati sono stati piccoli proprietari terrieri, fieri della loro
indipendenza economica, dei loro sacrifici, della loro onestà e della loro fede
cristiana che non rare volte li ha resi punto di riferimento dei poveri. Questo
rigore morale, questo onore, questo eroismo, questa fede gli venivano trasmessi
attraverso i secoli come un’orgogliosa eredità. Consapevole, orgoglioso e
responsabile di questo patrimonio morale e spirituale si volse con ambizione
all’età di 20 anni, a ciò che riteneva più glorioso: la santità. Consacrarsi a
Dio, rinnegando le illusioni del mondo, al solo scopo di conseguire la
santità. Ama la Chiesa di Cristo
proprio così com’è e con tutti i suoi difetti, ma la sua critica sofferta viene
fraintesa dall’autorità ecclesiastica che non lo ritiene idoneo per il
ministero presbiterale. La sua esperienza mistica, sia pur molto dolorosa, lo
ha posto nel privilegio di sperimentare personalmente molte di quelle verità
che i cristiani sono soliti credere per fede. Lorenzo, non è un cristiano
cattolico in crisi. La sua intensa spiritualità, in seminario, lo porterà in
breve all’apateia (all’indifferenza per tutto quello che apprezza questo
mondo, financo al distacco da se stesso) ed alla parresia (il parlare
con franchezza senza alcun timore umano, anche di fronte ai potenti). Queste
caratteristiche, unite ad un evidente e personale disagio interiore, gli
renderanno molto dolorosa la permanenza in seminario. I suoi superiori notarono
questa sofferenza, questo disagio, e pur non trovando in lui delle colpe, all’età
di 26 anni lo esclusero dalla possibilità di poter ricevere la consacrazione al
diaconato, non portandogli alcuna motivazione ufficiale del loro gesto. Ma la
forte ascesi ed alcune esperienze mistiche lo segneranno per sempre. Quasi
dieci anni dopo, arricchito da diverse esperienze spirituali, e grazie alla
lettura dei classici di Antony De Mello, troverà finalmente la sua collocazione
spirituale. Grazie ad Antony De Mello rinuncerà ad ogni presunto carisma e
percorrerà con coerenza la via della spoliazione che lo porterà al possesso
della laicità, ovvero di una semplice ed ordinaria naturalità, dove ormai
intravede il cammino di perfezione. Dal 1987 è insegnante di Religione, si è
sposato il 13-7-94 ed ha tre figli. Nel 1995 un amico d’infanzia Nicola, gli
confidava tutto il suo dolore e il suo disorientamento per la dilagante e
trionfante e pluridecennale “grettezza” che rappresentava la logica delle
amministrazioni comunali. “Cosa si può fare?” Lorenzo, crede di sentirsi
chiamato da Dio attraverso il dolore del suo amico a qualcosa a cui non si
sarebbe mai rivolto: l’impegno politico. Così entrambi fondano il 27/11/95
l’Associazione Politica e Culturale GIUSTIZIA E VERITA’, vengono esposti in
piazza degli articoli tendenti a coinvolgere alla politica i cittadini.
Incomincia così uno studio sul relativismo, sulla legge naturale e
sull’umanesimo integrale la cui evoluzione porterà a maturare il pensiero
espresso in questo sito. Nella consapevolezza di non avere ancora un pensiero
compiuto da offrire, l’Associazione non viene aperta al pubblico, tuttavia,
diversi tentativi volti a coinvolgere alcuni in questa ricerca risultano
infruttuosi. Lorenzo, è sereno anche nelle condizioni avverse, pur rimanendo
caratterialmente apprensivo. Lorenzo, possiede pienamente la sua umanità avendo
vinto la sua battaglia contro i vizi capitali che conservano in lui soltanto
una voce molto flebile. La sua forte motivazione esistenziale, il non far uso
della bugia, il non essere mai stato invidioso, il suo disprezzo per il potere
ed il denaro fine a se stessi, il suo amore paterno e spirituale e universale
lo rendono distaccato e disponibile e intransigente. Sa ascoltare e
immedesimarsi.
Comprende tutte le
identità e le spiritualità, tutte le culture e le religioni fino a gustarle ed
a sentirsi parte di esse. Perfetto musulmano fra i musulmani, perfetto ebreo
fra gli ebrei, ecc... tuttavia odia il sincretismo come un cancro spirituale.
Ha il grande desiderio di lodare Dio Padre Misericordiosissimo in tutti gli
angoli della terra e in tutti i modi possibili. Sente una grande compassione ed
un grande trasporto per ogni uomo che si sforza di essere leale ed onesto e non
si lascia condizionare dal passato di nessuno. Ma la sua intransigenza potrebbe
trasformarsi in collera quando si accorge di trovarsi di fronte alla malafede e
alla menzogna. Pacifista, escogita ogni stratagemma per conquistare un dialogo
ed una mediazione e per evidenziare il positivo che trova nell’altro, ma
diviene intransigente quando nel suo interlocutore constata la deliberata
intenzione di nuocere il prossimo o di conculcare la verità. La collera e la
violenza sono rarissime manifestazioni del suo carattere perché sono tanto
lontane dalla sua natura mite e non impulsiva. Crede nella castità coniugale e
nella verginità perfetta. Rifugge da ogni morbosità affettiva e dal desiderio
di possesso. Il suo amore è puro e disinteressato perché solo passando prima
dal Creatore ci si può avvicinare alle creature senza danneggiarle. Emotivo,
vince facilmente la timidezza, ma rifugge volentieri l’essere al centro
dell’attenzione.
Il
suo carattere
Lorenzo ritiene di
aver avuto una vita incredibilmente in salita, solo in parte per “colpa” degli
altri o per colpa delle situazioni. La sua sofferenza da sempre é stata la
logica sofferenza della sua rettitudine intransigente. Non crede nel destino,
ma nella provvidenza che può recuperare e sublimare i tanti fallimenti e le
tante delusioni della vita. Per questo non porta traumi come uno che non abbia
mai sofferto. Tanta sofferenza è stata la normale conseguenza del suo rigore
morale e dei suoi ideali perseguiti con intransigenza fin dall’infanzia. Questo
lo porta a privilegiare non di rado le relazioni umane con gli esclusi e gli
emarginati di cui non evita mai il saluto. Lorenzo, si è sempre impegnato ad
essere un perfetto cattolico osservante ed obbediente, questa attitudine è più
il frutto di una personale esperienza che il frutto di assenso cieco ai
principi della fede. Questa forte identità religiosa e l’energia che lo porta a
porsi in dialogo con tutti. Per lui è un vero giubilo poter pregare in una
moschea, in una sinagoga, ecc... poter incontrare Dio attraverso tutte le
spiritualità. Deve infatti aver ottenuto dal 1980 la comprensione della
totalità delle manifestazioni dello Spirito di Dio, con il conseguente
discernimento degli spiriti, che lo porta a riconoscere Dio ovunque e comunque
Egli si manifesti. Questa sensibilità lo porta ad essere vero musulmano tra i
musulmani, vero ebreo fra gli ebrei, ecc... Considera suoi maestri tutti coloro
che nella fede hanno fatto non un atto egoistico della propria vita ... pur
rimanendo un perfetto cattolico. Non rinnega la sua identità, ma non la
rivendica o impone di fronte a nessuno. Rifiuta il sincretismo e ritiene volgare il proselitismo. - Infatti,
ogni uomo coerente con i suoi ideali è uno splendore di bellezza ed armonia che
arricchisce con la sua luce l’umanità, solo se sa anche accettare e rispettare
l’altrui libertà. - Importante non è cambiare religione, ma
cambiare il cuore. Assetato della presenza di Dio, di cui conosce la dolcezza
del Suo Amore, lo cerca ovunque e in chiunque. Ovunque e dovunque ama
proteggere gli amici di Dio e gli uomini onesti, i bambini ed i più deboli. Per
questo, pur ritenendosi un fervente cristiano protegge l’islamismo, il
buddismo, l’induismo, l’ebraismo, ecc...
Gesù disse: ”Non è più in un luogo o in un modo che adorerete il Padre,
perché il Padre cerca adoratori in Spirito e Verità.” Ora è ottimista riguardo
ai doni della fede e dell’amore perché sa che trascendono l’ordine delle realtà
temporali, ma dispera del futuro dell’umanità se esso non sarà sottratto
all’egoismo umano, al particolarismo, al relativismo e se continuerà ed essere
privo di un’anima unitaria e di una cultura che la legittimi. Per questo sente
di avere il dovere di elaborarne un progetto culturale e politico per tutta
l’umanità. Consapevole che il prossimo conflitto mondiale, che deve essere
scongiurato, farà più di 500.000.000 di morti. Crede che la sua fede, espressa
in questo libro, possa e debba essere la fede di tutti gli uomini per il vero
bene sia del singolo che della comunità umanizzata. Ritiene che non sia
possibile ottenere vera umanizzazione dove manchi la tensione trascendente
della Giustizia e della Verità, presupposto essenziale di ogni uomo onesto
prima e di ogni uomo religioso poi.
Cerca di evidenziare
nei confronti di ogni uomo il positivo che è in lui. La sua intransigenza nei
confronti di qualsiasi cosa indegna dell’uomo non tolgono nulla al sua
principale virtù: la mitezza. Tollerante ed incline al perdono, ha imparato
ad attendere negli altri i lenti
ritmi di crescita interiore, ma non concede nulla alla viltà. Ha un istinto di
radicale simpatia per ogni uomo e per le sue debolezze. La debolezza ed i vizi
degli uomini lo portano alla simpatia ed alla comprensione non al disprezzo, ma
diventa intollerante di fronte alla malafede, ovvero alla deliberata e lucida
ostinazione nel male. Nel suo vocabolario non esiste la parola “impossibile”,
non si tira indietro dalle battaglie in cui si sente chiamato a cimentarsi. E’
tanto semplice e tanto lineare il suo pensiero, che ha in antipatia il calcolo
o il tatticismo. La sua forza è la semplicità. Consapevole di come siano
fragili i doni naturali e di come non siano suoi i doni soprannaturali, il suo
linguaggio solo con superficialità può giudicarsi presuntuoso, perché Lorenzo é
ben consapevole dei suoi limiti e della sua miseria di fonte a Dio.