Terapia del tumore della prostata :
la prostatectomia radicale
Si ricorre a questo tipo
d'intervento quando viene diagnosticata una malattia tumorale della prostata per
cui si ritenga di dover attuare una terapia chirurgica.
Quando
l'estensione della malattia, le
condizioni generali e l'età del paziente lo permettono, la terapia chirurgica
del tumore della prostata
è rappresentata
dalla prostatectomia radicale.
La prostatectomia radicale è un intervento che viene eseguito con lo scopo di eradicare il tumore della prostata al fine di salvaguardare la sopravvivenza del Paziente. La durata media dell'intervento è di 2 o 3 ore, compresa la linfadenectomia stadiante preliminare (cioè l'asportazione dei linfonodi che drenano la linfa della regione prostatica) la cui eventuale esecuzione viene decisa in base a precisi parametri clinici.
Si tratta di un'operazione
con la quale si toglie tutta la ghiandola prostatica e la capsula che la
contiene, staccando così la vescica dall'uretra. In
un secondo
tempo dell'intervento si abbassa la vescica,
portandola vicino al canale uretrale rimasto e riattaccandovela con dei punti di
sutura.
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Dopo l'intervento è
necessario mantenere il catetere vescicale per un certo numero di giorni per
permettere alla vescica di saldarsi bene all'uretra.
Alla rimozione del catetere
vi è una pronta ripresa delle minzioni, ma in un certo numero di casi si può
presentare una certa difficoltà a trattenere l'urina. Vi può essere, cioè,
una incontinenza urinaria che varia di entità da paziente a paziente e che si
risolve, in genere, dopo un periodo di tempo variabile da caso a caso (da uno a
più mesi). Questa evenienza, quindi, non deve spaventare dato che il recupero
è buono spontaneamente e viene ulteriormente migliorato da esercizi
di contrazione sfinteriale, che vengono in ogni caso insegnati.
L'altro problema, che si può presentare dopo l'intervento, ma la cui frequenza va diminuendo grazie alle più aggiornate tecniche operatorie, è l'incapacità a riprendere la propria attività sessuale. Questo tipo di impotenza è di natura chirurgica, dato che, per asportare interamente il tumore prostatico, non sempre è possibile rispettare i sottilissimi nervi, preposti all'erezione, in quanto essi passano in strettissima vicinanza della prostata. Ciò malgrado, si riesce in molti casi a far riprendere al paziente una buona attività sessuale con l'aiuto di farmaci adeguati.
La
persona operata di prostatectomia può, comunque, trovare sempre appoggio per
ogni difficoltà presso il personale medico ed infermieristico della nostra Unità
Operativa.