La Storia
“La Calabria, protesa con le sue montagne fra due mari quasi a stendere la mano alla Sicilia, presenta panorami d’incomparabile bellezza e vastità...Nell’interno si ergono ripidi monti con dense e cupe selve...Dalla divina vallata del Crati a Reggio affascinante, è tutta una fantasmagorìa di marine, di colli, di monti, di costiere che si immergono nel glauco mare e nelle quali sono qua e là incastonate, gemme preziose, le reliquie di grandi e illustri città greche che resero famosa questa Italia antichissima...” (Paolo Orsi)
In tempi
remotissimi la Calabria . . . non esisteva; poiché era quasi interamente
sommersa dal mare (lo dimostrano ancora oggi i resti di conchiglie e fossili che
si rinvengono sui monti più alti). Occorsero cataclismi giganteschi affinché le
terre emergessero dalle acque, ma alla fine ecco che proprio lì, dove un tempo
avevano guizzato i pesci tra le alghe marine, cominciò a crescere un fitto manto
di vegetazione con vaste foreste che presto si animarono di misteriosi rumori di
vita animale. Gli studiosi dell’antichità, riportando alla luce vari oggetti
preistorici, sopratutto nella provincia di Catanzaro, ci informano che gli
uomini popolavano la Calabria sin dall’età della pietra; si trattava di tribù
di popoli italici: i Bruzi.
Successivamente sbarcarono sulle coste ioniche varie colonie di greci, per lo
più di stirpe dorica, che furono promotori di una dominazione che vide dapprima
una certa resistenza da parte dei Bruzi, che successivamente compresi i preziosi
doni di civiltà che i greci apportavano, si sottomisero di buon animo. Fiorì
così un luminoso periodo di civiltà che durò dal VII° sec. al IV° sec. a.c.;
grandi filosofi come Pitagora, poeti e pittori come Ibico e Zèusi e savi
legislatori come Zaléuco fecero della regione, chiamata Magna Grecia, una delle
più civili contrade di tutta l’antichità. Locri, Crotone e Sibari furono i
principali centri d’irradiazione dalla colonizzazione ellenica; e proprio a
Crotone, a quei tempi già famoso per vari motivi (per potenza e ricchezza, per
la perizia dei medici e per i famosi giochi olimpici guidati dal celebre Milone)
sorse il più insigne e meraviglioso tempio dedicato alla dea Hera Lacinia.
Purtroppo del prefato tempio oggi rimane solitaria una sola colonna delle 48 che
in totale componevano il tempio e l’antico Capo lacinio prende oggi il nome di
Capo colonna.
Nel III° sec. a.c. cominciò a premere la potenza di Roma; i Bruzi e i Greci si
opposero fieramente alleandosi al fianco di Annibale che sconfisse i romani in
tre dure battaglie; ma la guerra, terminò ugualmente, per merito di Scipione
l’africano con la vittoria dei romani.
Dopo le invasioni barbariche, si diffuse la luce spirituale del monastero
Vivariense fondato presso Squillace; seguirono successivamente le varie
dominazioni: dei Bizantini, i quali finiranno per lasciare tracce profonde nella
civiltà calabrese, tanto da ricostruire in un ambiente, specie quello della
Costa Ionica un incantevole angolo d’Oriente. Questo periodo registrò la
rinascita di centri importanti tra i quali: Rossano, Santa Severina, Stilo, dove
ancora oggi si custodiscono tesori d’arte e di architettura.Un avvenimento di
portata storica per la Calabria durante la dominazione bizantina fu l’arrivo dei
monaci basiliani. I seguaci di San Basilio di Cesarea si organizzarono in tante
piccole comunità, scegliendo le grotte e le caverne per edificare monasteri o
chiese, di questo periodo sono: la Grotta Santuario di Santa Maria a Stilo, il
Battistero di Santa Severina, la Cattolica di Stilo, la Chiesa di San Marco di
Rossano e tante altre opere; si tratta di fasi storiche che hanno lasciato
tracce indelebile nella vita e nella cultura della Calabria; dei Longobardi; dei
Normanni, che svilupparono l’arte della seta diventata poi fiorentissima a
Catanzaro; degli Svevi; degli Angioini e degli Aragonesi di Spagna, sotto la
quale la regione attraversò un grave periodo di decadenza...ma anche così
prostrata la Calabria diede il suo alto contributo spirituale con opere ed il
pensiero di scienziati e filosofi tra i quali ricordiamo: Tommaso Campanella di
Stilo, Leonardo Vinci di Strongoli (Crotone) ed il pittore Mattia Preti, detto
il Cavalier Calabrese, di Taverna (Catanzaro).
Con la dominazione borbonica parve cominciare un periodo migliore, ma fu durante
il periodo napoleonico, con Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat che si potè
parlare di vere e proprie riforme.
Nel 1860 Garibaldi, conquistata la Sicilia alla testa dei Mille, proseguì
trionfalmente in Calabria dove, però, nel tristissimo e noto episodio
dell’Aspromonte fu ferito e fatto prigioniero.
Dal 1905 al 1908, la regione fu colpita da due violenti terremoti e
successivamente imperversò la guerra del 1915-18, nel corso della quale la
Calabria diede un grande contributo eroico (ampiamente documentato
all’assegnazione di ben 12 medaglie d’oro).
Attualmente la
regione è aperta a quella grande industria rappresentata dal turismo attese le
bellezze di questa terra, non seconde a nessun altra per incantevoli scenari,
per la sua meravigliosa natura, per gli innumerevoli tesori d’arte che, da
sempre, testimoniano la sua gloriosa storia.
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