O T T A VA  E D I Z I O N E

La nostra storia
Il Carnevale Africano
Rione Croce
Il corteo storico
La sfilata dei carri
Sfilano le mascherine
Link

Monografico sul Carnevale savianese promosso e in parte scritto dagli alunni della S.M.S. "A.Ciccone" con la collaborazione della Pro Loco "Il Campanile", lo Sporting Club Olimpia e l'Associazione "Obiettivo Saviano".

Home

e maschere teatrali derivano dall'evoluzione delle maschere rituali primitive. L'abitudine di mascherarsi sulle scene per meglio caratterizzare un tipo si sviluppò, nel teatro da un più antico mascheramento che aveva il compito di ingrandire i volti, di ampliare il volume della voce. Più che nella tragedia la maschera si rivelò efficace nella commedia, dove rese evidenti le deformità che erano al centro della sua satira. Non vi sono documenti che attestino l'esistenza, probabile, di maschere (come tipi fissi) nel teatro popolare greco. I primi tipi fissi, caratterizzati da maschere appropriate, compaiono nell'antica Atellana Italica, di derivazione greca: Maccus, lo scemo stravagante, Buccus, il paffuto ghiottone "faccia da- schiaffi"; Pappus, il vecchio barbogio, avaro e libidinoso; Dossenus il gobbo saccente, presuntuoso, pettegolo e imbroglione. Con la commedia dell'arte, sviluppatasi in Italia nel XVI sec., si ebbero le maschere fisse. Ogni maschera, anche attraverso un costume appropriato, fissò un carattere che assurse ben presto a un significato tipologico simboleggiando vizi, virtù, o stravaganze dell'umanità. La prima figura comica di maschere fu il servo di campagna, lo Zanni. (dal bergamasco Giovanni), personificazione della classe dei poveri, contrapposta a quella dei ricchi simboleggiata dal magnifico Veneziano.In un secondo tempo gli zanni si sdoppiarono in due tipi: il primo Zanni, il Servo furbo ed il secondo Zanni, il Servo sciocco. Al primo tipo appartennero Brighella il cui nome deriva da brigare, chiara allusione al suo carattere astuto e intrigante, e i meno noti Buffetto e Beltramm. Il primo celeberrimo Servo sciocco fu Arlecchino, balordo e scansafatiche, agilissimo nel suo costume a toppe multicolori. Con l'avvento dei comici napoletani nacque Pulcinella maschera dall'originalissima vitalità, vera incarnazione dello spirito popolare meridionale. Altri secondi Zanni ebbero nome Truffaldino, Tabarinno, Tortellino, Nespolino, Fagiolino.
Contrapposti ai servi furono i vecchi o padroni: Pantalone, detto dè bisognosi per la sua tirchieria e grettezza, il dott. Balanzone, pedante e pancione, sempre vestito di nero. Altre maschere celebri furono quelle dei capitani (Fracassa, Spaventa, Coccodrillo, Matamoros) create per prendere in giro la tracotanza dei militari, specie di quelli spagnoli; gli Innamorati (Orazio, Leandro, Fabrizio, Isabella, Angelica,Lucinda) la vispe servette, pronte a fare da confidenti al padrone.
Per quel che riguarda l'aspetto delle maschere si può osservare che Arlecchino, Zanni e Pulcinella rappresentano degli esseri demoniaci e sono entrati nella commedia dell'arte provenendo dal Carnevale. Questo a sua volta li aveva assorbiti dalle più antiche feste mascherate a carattere propiziatorio che si celebravano all'inizio di una stagione. La natura infernale di Arlecchino ci è attestata dal suo stesso nome, che deriva molto probabilmente dall'antico tedesco Hellequin (Hell,inferno e kuni,stirpe,razza).
Un primo accenno come essere diabolico ci è attestato dal monaco inglese del sec.XI Oderico Vitale che, in suo racconto, lo descrive come un capo di una masnada di diavoli che compaiono in una notte di capodanno in Normandia. Nel XIII sec. Arlecchino, in veste di demone fa la sua comparsa in Francia come personaggio teatrale nel Jeu de Feuillèe di Adam de la Hali. La letteratura francese nei secc.XII e XIII ci offre alcuni particolari su Arlecchino e la sua masnada. Campanelli annunciano il suo arrivo, mentre il suo abito multicolore lo rende inconfondibile. Nella seconda metà del 500 Arlecchino fu introdotto sulle scene ad opera di commedianti Italiani.
Equivalenti di Arlecchino sono Zanni e Pulcinella. Essi vanno collegati alle grandi feste di capodanno ( Saturnalia, Floralia, Maiumae). Zanni e Pulcinella portarono il medesimo costume (bianco) e la stessa maschera (nera). Ambedue passati dal Carnevale nella commedia dell'arte hanno impersonato e rappresentato dei contadini. Il costume bianco del tutto aderente alla loro natura di Larvae, cioè di spiriti o di esseri che provengono dagli inferi, anche se col trascorrere dei secoli si è perduta la nozione del loro carattere originario.

Sito realizzato dalla Fds-Web

Per CONTATTARCI