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Mottarone
Partendo
da Gignese si può percorrere il bel tratto di costa che porta
a Levo in poche curve. Dal paesino si deve poi imboccare una poco
entusiasmante frazione di sterrato, comunque facile, che ha il gran
pregio di far evitare gran parte del traffico che si accalca nella
zona del lago, per ritrovarsi ben presto tra questi luoghi splendidi.
Siamo all'altezza della stazione intermedia della funivia che porta
ai 1450 metri di altezza del Mottarone. A questo punto, si
può scegliere se recuperare il giro a Stresa (perso nella deviazione),
approfittandone per fare un buon pranzo all'Idrovolante, oppure
approfittare di una delle caratteristiche trattorie presenti nella
zona. Dopo un pranzo abbastanza veloce, si può riprendere subito
il percorso e approfittare dell'abbiocco dei gitanti per godersi
in pace la strada che avvicina al monte. Arrivati a Gignese si
segue il cartello per Alpino, punto dove inizia la festa.
Immersi
in un panorama da cartolina, e rapiti dalle continue curve e controcurve,
che chiedono il motore sempre in tiro, si potrà apprezzare la compagnia
offerta da centauri di ogni tipo. Dallo "smanettone" stretto nella
sua tuta di pelle in sella alla ad una supersportiva, passando per
la coppia sul suo nuovo scooterone, e finendo con l'endurista in
cerca di gloria tra i tornanti più stretti: qualsiasi mezzo sembra
adattarsi perfettamente al percorso. Arrivati a poche curve
dal Mottarone potrete decidere se arrivare in cima, dove potrete
rilassarvi bevendo qualcosa e osservando la fauna, oppure imboccare
la discesa per Orta. Un percorso che ci sentiamo di consigliare,
dove le 4.000 lire che si pagano per accedere al parco che si attraversa,
sono veramente ben spese; se la strada non fa rimpiangere i chilometri
fatti fino ad ora, il panorama meriterebbe addirittura ore di contemplazione.
Basta girare lo sguardo in qualsiasi direzione per rimanere imbambolati
da tanta bellezza. Il "Rosa" davanti al naso, le Alpi dalla
Liguria alla Svizzera, quattro laghi, la Pianura Padana: c'è ne
da farsi venire voglia di posteggiare la moto e mettersi su un prato,
magari con la cartina in mano per dare un nome a tutto quello che
si vede.
Ripresi da tanto piacere, si può finire di percorrere la strada,
solo un po'
più tortuosa di prima ma altrettanto divertente. Il primo tratto,
che è tutto oltre il limite del bosco, favorisce l'andatura tranquilla
(è difficile resistere dal guardarsi in giro) sempre con la dovuta
attenzione alla guida; infatti proprio dopo una curva abbastanza
secca, vi troverete praticamente di fronte al ritrovo degli aeromodellisti
specializzati in alianti. Uno spettacolo notevole, che vale
la pena di ammirare almeno per qualche minuto, con i sibilanti modelli
che vi compiono evoluzioni sopra le teste. Entrati a Orta,
e indirizzato il manubrio verso Sacro Monte, si percorrono i pochi
ma divertenti chilometri che portano al paesino, dove si può posteggiare
la moto appena entrati ( tutto Sacro Monte è isola pedonale) e fare
una bellissima camminata fra le sue vecchie case per poi magari
prendere il battellino e farsi a portare a San Giulio, la pittoresca
isoletta situata in mezzo al lago. Terminato il romantico giro inizia
il ritorno verso casa, direzione Brovello Carpugnino.
La strada, un misto veloce leggermente in salita, percorre la valle
del torrente Agogna passando da Armeno e Gignese. Attenzione però
perché il percorso invita a strafare, ma la visibilità oltre le
curve è spesso limitata e non è difficile incontrare centauri che
usano traiettorie piuttosto ampie tagliando qualche curva. Arrivati
a Carpugnino, c'è un bivio che permette a chi ha un enduro di sfogarsi
percorrendo un bel tratto di sterrato, mentre gli stradisti,
continuando si dirigeranno un po' più veloci verso Milano fino a
Gallarate, dove si riprenderà l'autostrada. Già con tanta voglia
di ritornare in questi luoghi. |