I FANTI PIUMATI RENDONO
OMAGGIO AL PATRONO D'ITALIA
Cronaca e aneddoti del viaggio ad Assisi per il 50°
Raduno Nazionale
Come definire, in poche
parole, la partecipazione della sezione al Raduno Nazionale
ANB di Assisi? Forse "un viaggio gastronomico per
un raduno astronomico"? Sì, può andare,
e ne capirete presto il motivo.
La partenza è stata sabato 25/5, come sempre di
buonissimo mattino (poco prima delle 6), dal piazzale
della Trattoria "Corsini" in quel di Desenzano,
dopo che all'alba il torpedone aveva già raccolto
gente, valigie, piumetti, pane, vino e salumi tra Vaccarolo,
Rivoltella e Sirmione.
Per squassarci dal torpore, una prima sosta tonificante
verso Imola a base di mortadella e prosciutto. Un tipico
breakfast english-style, non è vero?
Entrati nelle Marche, abbiamo fatto rotta verso il cuore
dell'Appennino, perché ci aspettavano le Grotte
di Frasassi, meraviglia delle meraviglie. Per quanto possa
scriverne, non riuscirò mai ad esprimere nel modo
adeguato lo stupore che ha colto me e la comitiva. Un
altro pianeta sotto i nostri piedi, intatto da migliaia
di anni, apparentemente statico bensì sempre in
movimento, goccia dopo goccia, stalattite su stalagmite.
Una visita di circa un'ora, che tuttavia consente di vedere
solo una porzione minuscola di quel che si cela nei meandri
della montagna, per più di 30 km. ancora inesplorati.
All'uscita, per riprendersi dal clima umido e freddo (solo
14°), un bel pranzetto a base di pastasciutte e selvaggina.
Dopo il digestivo, è iniziata la marcia di avvicinamento
ad Assisi. Attraversato il crinale appenninico, ancora
selvaggio e quasi per intero incontaminato, ecco aprirsi
l'Umbria: per conoscerla meglio, piccola sosta a Gubbio.
La comitiva si arrampica fino alla Piazza dei Priori,
dove i balestrieri locali si preparano alla sfida dell'indomani
con quelli di Sansepolcro. La precisione e la velocità
dei dardi sono impressionanti, così come l'assoluta
concentrazione dei tiratori, che devono centrare un bersaglio
di circa 10cm. a quasi 100 mt..
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Rivotorto di Assisi,
all'albergo. Sistemazione delle camere e poi la cena:
pennette al tartufo, arrosti, bruschette e via discorrendo.
Concludiamo la giornata spostandoci a pochi chilometri,
a Bastia Umbra, per ascoltare il concerto della fanfara
di Roccafranca. Tutto il paese era sceso in piazza, abbracciando
i musicanti. Momenti toccanti durante il "silenzio
fuori ordinanza" quando un trombettiere, salito ai
piani alti di un palazzo prospiciente, dialogava con la
fanfara in un crescendo di commozione e dolcezza, suggellato
da un fragoroso e prolungato applauso e dalle parole del
Sindaco, che ha sottolineato quanto sia stato determinante
l'aiuto dei bersaglieri in particolare e delle FF. AA.
In genere durante i momenti bui del dopo-terremoto, nel
1997. Dopo, tutti a nanna, che domenica si deve lavorare,
si deve correre.
L'indomani mattina, partenza ed arrivo immediato per la
vicina S. Maria degli Angeli, sede dello sfilamento. Problemi
di "comunicabilità" con la polizia locale
ci costringono a lasciare il pullman in una landa semideserta
(lo scalo merci) ed a percorrere un buon paio di km. prima
di arrivare nel centro cittadino, davanti alla Basilica
che contiene la Porziuncola. Il grosso della sezione si
ferma qui, mentre il "personale sfilante" si
fa tutta il percorso all'incontrario per arrivare in zona
ammassamento, dall'altra parte del paese, altri 4 km.
come minimo. Ora, far affluire 80.000 (così dicono
le stime ufficiali) bersaglieri in un paese che è
grande all'incirca come Desenzano (se non meno
)
comporta disagi e un notevole sforzo di logistica, lo
riconosciamo. Ma visto che le regole sono saltate praticamente
subito e quasi tutte le comitive scorrazzavano a piacere,
noi abbiamo incocciato l'unico vigile zelante del posto!
Stendiamo un velo pietoso
siamo in terra francescana
e il perdono è d'obbligo.
La sfilata, dunque: bella. Lunga ma piacevole, tra folla
sempre plaudente sotto un sole già implacabile.
Problemi anche in zona ammassamento, dove la regione Lombardia
(per dirne una) era confinata in spazi ridotti, la metà
di quelli assegnati a regioni assai meno numerose. Ma,
una volta all'anno, si sopporta questo ed altro, aiutati
dalla musica di circa 60 fanfare giunte da tutta Italia.
Finiamo la sfilata per mezzogiorno, in tempo per il pranzo
che ci aspetta in albergo. E giù con bruschette
ed arrosti!
Nel pomeriggio siamo ad Assisi. La comitiva si spezza
subito in vari tronconi, che si ritroveranno comunque
tutti davanti alla Basilica di S. Francesco. Il paese
è bello, restaurato in ogni angolo, pulito, le
sue stradine, i viottoli ripidi, i balconcini pieni di
fiori danno un'impressione di serenità e di raccoglimento,
uno sguardo sul medioevo lontano anni-luce da Internet
& C. La Basilica Superiore è imponente, ma
quella Inferiore è ancora meglio. La cripta che
custodisce il Santo è pervasa di un alone mistico:
qui si sente e si vede la presenza di un uomo che è
riuscito ad elevarsi e ad essere di esempio.
Dal sacro al profano. Quando il pomeriggio volge al termine,
partiamo per la cena a Spello. Il menù è
costante: bruschette, vari primi e poi arrosto di faraona,
agnello e piccione. Chi scrive (e pochi altri
) ha
dato forfait abbastanza presto, conscio che qualcuno non
si sarebbe fatto intimorire dalla sfida. E ce ne sono
stati, oh se ce ne sono stati!. Di nuovo al sacro: mentre
si festeggiava e si brindava, fuori dal ristorante c'era
gente che preparava i petali per l'infiorata del Corpus
Domini.
Lunedì mattina si parte per tornare a casa, passando
per Todi. Un paese dove la strada meno ripida è
come Via Castello qui da noi (i desenzanesi capiranno).
A scanso di equivoci, una nostra squadra genieri ha provveduto
con un sistema empirico ma efficace (l'occhio-"oeuch"-e
le spanne) a misurare la pendenza effettiva delle strade,
che a tratti superava agevolmente il 20%. Risaliti in
corriera, puntiamo verso Orvieto, che non è proprio
a nord ma merita un'occhiata. Sosta pranzo sul lago di
Corbara (non entro più nei dettagli
), e giungiamo
nella città del Duomo verso le 15. Saliamo in funicolare
verso il centro, spazzato da un'intensa tramontana che
scompiglia i nostri pur tenaci piumetti. Alle 17 ripartiamo
alla volta del Garda. Nel modenese, verso le 21, sosta-salame.
Perché il salame è come l'esplosivo: una
volta tolto dalla polveriera (cantina), non deve più
rientrarvi, si deve far brillare. Eccome se hanno brillato,
i coltelli che lo affettavano...Verso le 23, approdo felice
a casa, con l'arrivederci a Cremona 2003.
A. Calebich
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